Bella, ciao!

“Bella, ciao!”…è stata questa la prima cosa che mi è venuta in mente leggendo il tema del concorso.
“Bella, ciao!” è un saluto, un canto, un racconto al quale sono molto legata, il cui ricordo affonda nella mia prima infanzia.
Ma la bella di quel canto è sempre stata nella mia mente una spettatrice passiva degli eventi, in attesa di un uomo (padre, fratello, marito) che prima o poi sarebbe tornato: un partigiano, nella peggiore delle ipotesi, da seppellire in montagna sotto l’ombra di un fiore.
La bella di quest’immagine vuole essere, senza dimenticare quegli uomini, il mio personale modo di omaggiare tutte quelle madri, sorelle, mogli che non sono state semplici spettatrici della resistenza, ma che sono diventate esse stesse partigiane.
Un semplice tentativo, in sostanza, di ribaltare in uno spazio bidimensionale il ruolo di quelle donne, salutate non da chi parte ma da chi resta.