STOP alla dipendenza dai Social Network (e dagli schermi!)

Prima di illustrare il tema “STOP”, mi sono posta una semplice domanda. Cos’è che, se finisse domani, porterebbe dei giovamenti non solo a me stessa, ma anche a tutta la collettività? La prima cosa che mi è balzata alla testa è stata “la dipendenza dai Social Network e dai telefoni cellulari”. Ormai si sa, è un dato scientifico: ne siamo dipendenti. Ne siamo dipendenti, perché ci permettono di fare tutto, restando comodamente seduti sul divano di casa: capire come arrivare ad un locale, visitare una galleria d’arte e comparne le opere, ritoccare gli scatti di vita quotidiana e condividerli all’istante. Ne siamo dipendenti, perché fanno tutto al posto nostro. Prenotare un appuntamento dal medico, acquistare capi d’abbigliamento, ordinare la spesa e trovare l’anima gemella, sempre restando comodamente sdraiati sul nostro letto. Uno schermo, in tutti i sensi, tra noi e la vita reale. Siamo ingabbiati in questo schermo, ci siamo legati con le catene. Siamo uccelli in gabbia, la gabbia del nostro schermo, proprio come il famoso logo di Twitter in questa illustrazione. Uno schermo tra noi e il resto del mondo. Tra noi e le persone. Ecco, io vorrei “più persone”. Persone che escono dallo schermo. Persone che ballano il venerdì sera, piuttosto di guardare ininterrottamente per ore il feed di Instagram. Persone che mi ricordano il suono della loro voce, piuttosto di scrivermi “come stai?” su Messenger, persone che mi chiedono cosa ho fatto la domenica, invece di accontentarsi del mio stato su WhatsApp, persone che leggono un libro, al posto di leggere i tweet. Persone che mi guardano negli occhi, anziché guardare le notifiche di LinkedIn. Persone che risparmiano tutto il tempo speso senza senso nei social (e/quindi sul telefono) per VIVERE. Vivere davvero. Ecco, io vorrei semplicemente “più persone”. E una tecnologia utilizzata in modo intelligente.