Nuovo Amico

Quand’ero piccolo non m’innamoravo di tutto*, sceglievo con cura a cosa dedicarmi. Avevo un amico, un bambolotto di peluche che portavo sempre con me. Condividevamo tutto, dalle passioni ai tormenti, e non c’era cosa che decidessi di fare senza la sua compagnia. Chi da piccolo non ha avuto un amico immaginario del cuore? Le grandi utopie forse sono quelle con la u minuscola, quelle che si possono immaginare nelle celle della nostra fantasia, fra le mura domestiche o attraverso il gioco. Bisogna partire dall’infanzia, allevare l’utopia sin dal grembo materno, dai piccoli desideri, dalle piccole aspirazioni, per poi trasformare quei piccoli semi in enormi e giganteschi alberi, che si radicano nella terra in profondità. Quello che sto dicendo è che per diventare un utopista, un rivoluzionario, e per realizzare tali sogni, bisogna incominciare ad allenarsi subito, lasciare che i desideri dei bambini crescano e col tempo si sviluppino, sino a diventare poi delle grandi opere a cui tutti possono accedere e beneficiare. L’utopia di vedere il proprio pupazzo di pezza diventare reale, l’utopia di vedere un bambino immaginare tale trasformazione – soprattutto di questi tempi, in cui bisogna principalmente pre-occuparsi del futuro dei più piccoli, e non solo difendere lo status raggiunto dagli adulti – l’utopia di poter coltivare la propria immaginazione e di sviluppare la nostra legittima stranezza*. Ecco sa partissimo da qui non potremmo che ottenere, ed auspicare, un mondo perfetto. Un mondo in cui i bambini, a braccetto coi propri giochi, cambiano le sorti del futuro.
* citazione distopica di De André
* citazione di M. Foucault
Bravo bravissimo! Composizione esemplare
concordo in pieno per la composizione, ma soprattutto mi ritrovo in pieno nella prima citazione,
tant’è vero che sto scaricando a “manetta” illustrazioni da questa gallery…
Davvero bravo!!!