La cena del dado – 2717 d.C.

La cena del dado – 2717 d.C.
di AlessandroPedretti e Milena Berta
“Una tangibile geometria del quotidiano dà vita ad un piccolo universo intimo e reale, ma allo stesso tempo visionario ed effimero”
Periodicamente ci ritroviamo con una serie di persone per partecipare alla “Cena del Dado”.
Si tratta di una pratica nata in modo spontaneo da una nostra bizzarra idea di fine 2017: funziona che uno dei partecipanti seduto al tavolo pone una domanda di qualsiasi genere e lancia il dado per determinare chi
risponderà – anche se alla fine quasi tutti inconsciamente rispondiamo.
A volte capita addirittura che chi ha fatto la domanda deve rispondersi da solo, perciò si sviluppa
un’ulteriore dimensione di analisi e conoscenza.
Questi incontri durano a volte parecchie ore e la concezione del tempo viene messa in un piano secondario.
Nella tavola che proponiamo abbiamo voluto rappresentare una “cena del dado” tra qualche centinaia di anni, dove non solo esseri umani potranno farne pratica e in uno spazio indefinito, il dado avrà la possibilità di muoversi attraverso nuove dimensioni; cosi facendo gli altri abitanti del nostro Universo potranno
scambiare con noi opinioni, esperienze, sensazioni ma anche frivoli racconti (extra) terrestri.
28 Luglio 2027, lei con lui un balzo insieme per soccorrere e conservare i numeri caduti da un dado, esso sfuggito candido in volo in un’altra dimensione. Sedie non più ospiti di esseri liberi ormai traballano.
Grazie Ema per la tua interpretazione!
L’illustrazione è bellissima su più livelli: scelta dei colori, disposizione, stile. Il tavolo potrebbe stare nella “camera” di Van Gogh, ma è come lanciato in questo spaziotempo da film di fantascienza anni ’70, su uno sfondo che a me fa pensare a un mare lunare pieno di crateri e increspature. Il dado sospeso sembra un satellite che orbita con il tavolo sopra questo mare. La metafora è presto fatta: come durante la cena, ci sono forze invisibili che fanno sì che le orbite di tavolo e dado si influenzino per un tempo e una distanza imprecisate sopra a questo mare roccioso che non si accorge di nulla — o forse sì, come il mare di Solaris!
Tutto questo per dire che più che utopico mi sembra fantascientifico, e in particolare di quella fantascienza intrisa di psicanalisi che ha prodotto capolavori che potrebbero essere nominati in risposta a domande tipo “qual è il tuo film preferito?” poste durante una cena del dado.
La trovo un’illustrazione calma e angosciante allo stesso tempo.
Grazie Pino per le tue parole!
Se il caso lo vorrà ci vedremo ad una prossima “cena del dado”..
Visionaria, accattivante, per alcuni aspetti anche teatrale.
Avete altri lavori simili?
Ciao Marco!
Abbiamo una serie di lavori che dobbiamo ancora pubblicare.
Intanto ti lasciamo il nostro sito http://www.bertapedretti.com
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