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faticare per la siesta

Tecnica: acquarello, china, digitale

Una volta successe nel giardino di casa mia una cosa davvero buffa. Bungo maggior fidelio, il ramarro che vive nell’aiuola del basilico, aveva cominciato sin dalla mattina ad indaffararsi con corde, ganci, pali, piccone e quant’altro. Madido di sudore, quando ancora non era trascorsa l’ora della seconda colazione, gli si avvicinò Corrado, il cane. Ciao Bungo maggior fidelio, che fai? – gli domandò tra schizzi di bava, mentre saltellava allegro sulle sue quattro zampette. I balocchi. – rispose il ramarro che non aveva la minima voglia di perdersi in lunghe spiegazioni. E dai, dimmelo. – si lamentò il giovane cane. Uff… Ma non hai nulla di meglio da fare? – Veramente no. Gustavo se ne sta all’ombra del melograno a schiacciare un pisolino. – Beh, che ti aspetti da un riccio pigro come lui. – In effetti. – Ed Acca? – domandò Bungo maggior fidelio al giovane mammifero. Perché non vai a trovare lei? – Questa sì che è una buona idea. – Concluse Corrado. Così Bungo maggior fidelio riprese a lavorare con lena. Cercava di sistemare la sua amaca nuova. Questo punto mi sembra perfetto. – mormorò dopo alcuni minuti di frenetico studio: esposto a sud, vicino alla pianta di coriandolo. – dei cui semi Bungo maggior fidelio andava ghiotto. Ad essere sinceri, dopo i lamponi, i semi di coriandolo erano la sua pietanza preferita. Ancora a lavoro? – gli domando Corrado, al suo ritorno. Già. – Acca stava ruminando. – spiegò. Beh che ti aspetti da una vacca golosa come lei? – In effetti. – Ed Ornella? domandò Bungo maggior fidelio al giovane mammifero. Perché non vai a trovare lei? – Questa sì che è una buona idea. – Concluse Corrado. Appena il cane se ne fu andato Bungo maggior fidelio ricominciò a piantare pali e sistemare cavi. Aveva appena assicurato i ganci di sostegno che Corrado era già di ritorno: Ancora a lavoro? – Già.- Ornella aveva appena finito di masticare delle foglie fresche e si è messa a sonnecchiare nel guscio. – spiegò Beata lei. – si lasciò sfuggire Bungo maggior fidelio; poi aggiunse: beh cosa ti aspettavi da una tartaruga lenta come lei? In effetti. – E Poletto? – provò Bungo maggior fidelio A letto. – E Cillosa? – ritentò Si riposa. – E Anna lalesta? – fu l’ultima sua speranza Fa la siesta. – Ma è possibile che in questo giardino non ci sia nessuno che lavora? Si lamentò Bungo maggior fidelio. Tu sei l’unico. – confermò Corrado. E no, ero! – lo corresse Bungo maggior fidelio che aveva appena finito di sistemare la sua amaca nuova, ed era pronto a godersi il sole estivo. Prova con le formiche, quelle sono malate. – In effetti le formiche continuarono ad affaccendarsi tutto il pomeriggio. Corrado dal canto suo si ruzzolò nell’erba fino a sera rincorrendosi la coda e saltando come un matto. Fu poi la volta della luna che dopo il tramonto si alzò lenta nel cielo. Formiche e cani, stanchi e soddisfatti, se ne andarono a letto. Ricci e vacche, gatti e tartarughe, merli e ranocchi e sopratutto Bungo maggior fidelio, riposati e soddisfatti, si alzarono e diedero il via alle danze della più bella e scatenata festa d’estate, che io ricordi di aver mai visto.

Anne Karen Rasch
Anne Karen Rasch
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