Ecce Femina: come si diventa ciò che si sente?

Il disegno è una sorta di autoritratto. La mia utopia è femminismo e una sorta di individualismo costruttivo. Sono partita dall’idea che una possibile versione migliore di noi stessi può dare luce, oggi, ad un mondo migliore. Un mondo che, in questo particolare momento storico, ci sta chiedendo di cambiare, di ascoltarci e ascoltare. La dicotomia dell’immagine vuole rappresentare la necessaria ambivalenza dell’essere umano tra l’esteriore e l’interiore: ma nessun superuomo, nessuna superdonna, semplicemente ciò che è l’umano e l’umano sentire. L’utopia è, in un mondo in cui oggi i sorrisi passano attraverso fili e schermate pc, riuscire a ritrovare ed esprimere l’autentico.